Una rilettura della storia di Trieste e dei triestini durante la Grande guerra e nei primi anni del dopoguerra: con questa finalità nasce la mostra “14-18 Due fronti, una città”, organizzata dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nel Salone degli Incanti-Ex Pescheria (apertura al pubblico dal 19 dicembre 2015 al 19 giugno 2016), curata da Lucio Fabi, storico e consulente museale, e diretta da Bianca Cuderi, dirigente del Servizio Biblioteche, Istruzione e Politiche giovanili con incarico per i Civici Musei.
L’interpretazione storica del periodo tra il 1914 e il 1918 – afferma l’Assessore alla cultura del Comune di Trieste, Paolo Tassinari – consente di presentare Trieste come una città “instabile”, in bilico tra due stati, con combattenti sull’uno e sull’altro fronte. Diversa, quindi, dalla visione di una città “in attesa” dell’arrivo dell’Italia, e capace di rappresentare le diverse vicende dei triestini e più in generale delle genti del Litorale coinvolte nel conflitto mondiale: le decine di migliaia di militari arruolati nell’esercito asburgico; la storia più conosciuta di un migliaio di volontari irredenti fuggiti dall’Austria per arruolarsi con l’Italia; i profughi, gli internati per motivi politici e i tanti “regnicoli”, lavoratori italiani dimoranti in città da decenni con le loro famigli, costretti a ritornare in patria o internati dall’Austria.
Per la prima volta – rileva il curatore Lucio Fabi – si tenta un ragionamento articolato sulle esperienze e sui diversi destini di donne e uomini profondamente segnati dal conflitto: “storie triestine” (come recita il sottotitolo della mostra), viste dopo un secolo dagli eventi, con una visione più nitida e distaccata, con l’ausilio di una consistente documentazione iconografica e documenti provenienti da fonti d’archivio pressoché inedite, la cui visione sarà sicuramente di stimolo per futuri approfondimenti.